Museo B, museo e sede del cantiere della replica del Bucintoro

Arsenale di Venezia (VE)
Anno di progettazione: 2014
Cliente: Fondazione Bucintoro del Terzo Millennio
Superficie/dati dimensionali: superficie abitabile 3150 m2
Budget: Costo delle opere: 1100 €/m2
Gruppo di lavoro: arch.tti Francesco Calzolaio, Hesperia Iliadou, Massimo Rigo

La Fondazione Bucintoro propone un’ipotesi di fattibilità per l’insediamento alle tese delle Galeazze del Bucintoro ricostruito, mostrando non solo il suo processo di assemblamento, ma anche un fascio di attività che ad esso sono collegate, dai laboratori di costruzioni navali, a laboratori delle antiche tecniche artigiane, dal museo del Bucintoro alle attività di ricerca e formazione sulla memoria immateriale della marineria tradizionale.
Il progetto prende le mosse dell’articolazione di quattro plessi di attività, l’ingresso ovest, la via degli artigiani, la tesa del museo, e la Gaggiandra del Bucintoro. L’ingresso ovest avviene attraverso la porta ottocentesca esistente e si sviluppa lungo il periplo del muro di cinta fino al ponte esistente sul rio delle galeazze. Tra la quota della calle esterna e quella del percorso di spalle alle Gaggiandre esiste un forte dislivello, che è oggi superato con una ripida scala. Il progetto abbatte questa barriera architettonica con una rampa di pendenza adeguata alle persone che si muovono in carrozzina, che corre lungo il muro di cinta, togliendo la terra di riempimento sotto il miro che evidentemente è fondato al di sotto del canale adiacente. Il percorso gira attorno ai due padiglioni e passa tra di loro ed il muro di cinta, dove si propone di collocare le macchine della corderia Inio, assemblate in modo da poter riavviare la produzione a fini didattici, ed ospitata sotto una pensilina aperta. Dopo la corderia il percorso pubblico piega ancora verso est lungo il muro di cinta, e sale su delle analoghe rampe fin sopra una nuova passerella che consente la vista sul cantiere del Bucintoro ed arriva in quota sul ponte del rio delle galeazze, per poi scendere verso le Gaggiandre ovest e le tese della Novissima.
La via degli artigiani occupa uno dei due padiglioni detti dei Profughi Giuliani, che è attraversato da un percorso pubblico che distribuisce una sequenza di laboratori di remeri, indoradori, fabbri eccetera. Questi laboratori sono di artigiani ed artisti noti in città che da un lato producono qui i loro pezzi unici che vendono a cittadini e foresti, dall’altro avviano dei percorsi di formazione aperti sia alle maestranze locali, sia a nuove forme di turismo di apprendistato.
La tesa del museo si colloca nell’altro padiglione dei Profughi Giuliani, e di viene una delle stanze del Museo Navale, dedicata alla raccolta delle iconografie storiche del Bucintoro, ed alla mostra della sequenza di ricostruzione. L’appartato di reperti storici della marineria tradizionale veneziana si basa sulla collezione oggi in mostra nello squero dell’associazione Arzanà, che viene qui trasferito. La sequenza dell’esposizione si articola con diorami e disegni che ricostruiscono ciascuno delle sei versioni di Bucintoro, e la corrispondente evoluzione storica dell’Arsenale stesso. Queste sette sezioni della storia del Bucintoro sono anche corredate da interpretazioni della vita e il lavoro nella Venezia in ciascuna epoca, per il pubblico vasto, con approfondimenti sulle tecnologie di costruzione navale dell’epoca. Una sezione è dedicata alle feste a Venezia ed in particolare a quelle legate al Bucintoro e soprattutto alla Festa della Sensa. Infine una sezione è dedicata alla storia della galea in generale, come storia non solo delle produzioni arsenalizie, ma anche della navigazione che ha reso la Serenissima il più vasto dominus navale dell’epoca. Il museo ospita una sala per mostre temporanee, un bar e un ristorante.
La galeazza del Bucintoro si fonda sul cantiere permanente della costruzione del Bucintoro, che non ha fretta di essere concluso ma è determinato ad essere condiviso con il maggior numero di persone possibili, siano essi maestranze o turisti, cittadini o curiosi, abili o disabili, apprendisti o maestri d’ascia. La trave della chiglia del Bucintoro è già stata messa in opera sullo scivolo, grazie alla generosa donazione di querce di trecento anni dal consorzio forestale del Perigord. Il prezioso legname è stato tagliato e stagionato presso il cantiere Menetto di Pellestrina, e poi assemblato in Arsenale. Questa è la procedura che verrà messa in atto per le fasi successive, in un cantiere permanente. Sotto la passerella di attraversamento pubblico si collocano dei laboratori per lavorazioni complementari al Bucintoro e per la costruzione e manutenzione d’imbarcazioni tipiche lagunari.